Insegnamento della PAM nelle scuole.

L’articolo è stato tratto per intero dal forum di Pipam il 7/10/12 e riguarda il modo per insegnare alle giovani generazioni.

Soggetto: RE: Pesca a mosca nelle scuole

Da: Roberto Daveri   A: alexandrea
Data: 03-10-2012 19:20:59

Ciao,
l’argomento è talmente interessante che eccomi qui che ‘bollo’ come un cavedano per cui quello che segue è il mio punto di vista. Mi fa sempre piacere se un ragazzetto si avvicina alla pesca, tutti troviamo le nostre radici nella passione d’infanzia. Tuttavia reputo che la pesca a mosca debba essere un punto di arrivo e non di partenza. Un bimbetto, non ha pazienza, ha bisogno di prendere pesci e inoltre gli è, a mio avviso, indispensabile un approccio graduale con il fiume, imparare a conoscerlo, guardarlo, in modo che il fiume piano piano gli entri dentro. E viceversa. Solo se nel tempo si verifica questa simbiosi, allora è probabile che nasca un vero pescatore. Altrimenti rischia di diventare un ‘raccattapesci’ improvvisato per un paio di estate e basta. Non è questo a cui miriamo, credo. Teniamo presente che fino a che sono ragazzini, hanno la scuola, il gioco, lo sport, le lezioni da fare e non conosco molti genitori che la domenica accompagnano i figli sul fiume. Poi l’interesse si sposta sulle ragazze (ovviamente). La pesca a mosca è materia complessa, credo che per praticarla occorra maturità, aver fatto confronti, imparato a conoscere i pesci e ad amare la natura. E debba essere conseguenza di una scelta ponderata e matura. Parlare ai ragazzi di pesca è sicuramente positivo, se attraverso la pratica si introducono argomenti quali il rispetto del fiume, dell`ambiente, il rispetto del pesce, come trattarlo, l`ecologia, ma il primo stadio credo debba essere semplice, tipo una cannetta, un bachino, un galleggiante (non strike indicator) a pesca di vaironi, cavedani o già di li. Questo tipo di pesca inoltre è economica e di facile apprendimento. La pesca, quella che facciamo noi ‘grandi’ ha bisogno di altri insegnamenti, dettagli e sfumature che talvolta sfuggono perfino agli addetti ai lavori. Sconsiglierei dunque un approccio ‘serio’ con la pesca a mosca a ragazzi/e che non siano maggiorenni. Se si vuol fare un buon lavoro, con i più piccoli occorrono tatto, pazienza, bisogna dedicarcisi assiduamente con costanza ed equilibrio e non possono essere sufficienti solo alcune ore per farli entrare nella materia. Almeno credo. Forse possiamo trasferire loro una curiosità , ma il ‘dopo’ deve essere assiduo e costante. E in pratica difficilmente può esserlo. Poi i singoli fenomeni ci sono sempre, ma penso siano rari. Un’ultima considerazione: Insegnanti non ci si improvvisa; oltre alle nozioni di base che qui diamo acquisite, occorrono doti che si acquisiscono con l’esperienza e la sensibilità  (anche nei confronti dei minori). Quanti genitori si vanno lamentando di alcuni insegnanti delle scuole che i nostri ragazzi frequentano?  Apprezzo tantissimo la tua intenzione, ma credo che bisogna andarci cauti. E poi un detto dice che non si può nascere e volare. Riassumendo: ai ragazzetti, pesca si, ma ‘tradizionale’. Invece ai ragazzi delle superiori, quelli maggiorenni o quasi….
Pace e bene
Roberto Daveri

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