Ho inserito queste righe per farvi sapere che cosa vuol dire per me una manifestazione così in un fiume che amo tantissimo e che vorrei fosse rispettato per quello che è. Probabilmente mi attirerò le ire di qualcuno ma volevo evidenziare alcune cose che per il sottoscritto non sono tanto superficiali. Sottolineo comunque che non ho niente da ridire contro la manifestazione in se stessa, che si è tenuta nello scorso fine settimana, ma qualcosa sugli effetti collaterali, sì. La prima cosa che ho notato e che tutti avranno avuto modo di notare, soprattutto se pescatori, è che l’Adige ha subito un repentino innalzamento e altrettanto repentino abbassamento dei suoi livelli per due giorni consecutivi.
Questo comporta delle riflessioni. La prima, la più evidente, è che qualcuno ha il potere di aprire e chiudere le saracinesche delle dighe a richiesta. Da questo si evince che i numeri contano e quindi che una manifestazione che è arrivata a certi livelli e muove un giro d’affari cospicuo, ha i numeri per fare quello che vuole. Certamente avrà richiesto tutti i permessi del mondo ma sicuramente, per il sottoscritto, non ha rispettato quello che è il fiume e l’ambiente, facendo solo il proprio interesse. Faccio notare a chi non lo sa che, a parte le piene estive per cui l’Adige non è pescabile e controllabile, per il resto dell’anno ha dei livelli che seguono il continuo alzarsi ed abbassarsi delle dighe e che, negli ultimi tempi, è andato amplificandosi. Probabilmente gli automatismi delle dighe hanno delle regolazioni che sono da affinare ma nessuno ne chiede il perchè o si preoccupa di regolarne il flusso. (Pensare poi che è già in progetto un altro sbarramento a Peri che sicuramente non porterà beneficio al fiume). Che cosa comportano questi continui sbalzi di livello: primo fra tutti è che tutta la fauna bentonica che viveva sulle rive, da un po d’anni non esiste più o è ridotta ai minimi termini. Chi frequenta il fiume può costatare di persona che uno sbalzo di livello in altezza di 40 o 50 centimetri, corrisponde a degli spostamenti del bagnasciuga anche di decine di metri se non di più. Inoltre ad amplificare questa deficienza ci si è messa anche la manifestazione di canoe, kajak e rafting. La prova ne è che sabato sera dopo l’abbassamento improvviso del livello ho trovato agonizzanti degli avannotti in rivoli di acqua che si stavano prosciugando sulle rive e che ho provveduto prontamente a rimettere in acqua. Così mi chiedo: e nella rimanente lunghezza delle sponde, destra e sinistra, (circa 50Km) quanto pesce, per non parlar d’altro, è rimasto in secca ? Questo è l’altro effetto collaterale che evidenzia ancora una volta la noncuranza e il mancato rispetto del fiume. Nella seconda immagine, tratta dal sito dell’Ufficio Dighe di Trento stazione di Borghetto-TN) ho evidenziato gli sbalzi di livello registrati e se andiamo a verificarla (http://www.floods.it/public/82.52.187.99.php) possiamo vedere che lo sbalzo di circa 40 cm. è avvenuto nell’arco di 2 ore, cosa che in natura non avviene mai. Queste righe serviranno a poco e fortunatamente la natura pensa a sistemare le cose da sola. Ma noi la nostra parte non la facciamo mai? E perché, come specie umana, rivendichiamo il diritto di fare quello che vogliamo, senza rispetto di niente e di nessuno? Solo perché il nostro interlocutore è muto e non può difendersi?